"Quando cominciamo a riprendere contatto con gli stati essenziali, la nostra esperienza è ancora fresca, perciò siamo innocenti e ingenui."
Per riconoscere la realtà senza lasciarsi ingannare dal falso sè, è necessaria la percezione obbiettiva.
Poiché ci sono in noi molte ragioni inconsce che ci spingono ad attribuire l’essenza a una determinata persona, a un’ideologia o a una situazione, è difficile che sentiamo che essa appartiene a noi. Potremmo anche pensare: ”Se sono l’unico a essere nell’essenza mi sentirò isolato” Questo potrebbe anche succedere, ma saremmo semplicemente soli e felici.
Si tratta di una scelta che ciascuno di noi dovrà fare: non essere necessariamente soli, ma accettare la possibilità che questa condizione si verifichi, se sarà necessaria per mantenere il contatto con l’essenza.
Prima o poi ci troveremmo a dover decidere se preferire di soffrire essendo amati e apprezzati, oppure essere felici ritrovandoci soli, dimenticati da tutti, considerati persone impossibili. In quest’ultima condizione consiste la vera indipendenza, la vera realizzazione dell’essenza, che non dipende in nessun modo dalla realtà esteriore, tutto il mondo potrebbe essere contro di noi, ma se abbiamo realizzato l’essenza saremmo felici ugualmente.
Non esiste soluzione, non esiste realizzazione, a meno che non diventiamo capaci di affrontare la solitudine.
È necessario prepararsi fino in fondo a essere soli.
L’essenza trascende la vita e la morte. Vivere o morire non è più importante, come non è importante ottenere l’approvazione degli altri, cercando di cambiare per adattarci all’immagine di noi che essi hanno costruito.
"Non saremo mai veramente in contatto con gli altri finché non saremo capaci di accettare la nostra solitudine, la nostra integrità, la nostra individualità."
Un abbraccio
Stefano Cetani
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